di Federica Repetto
Nelle
acque della laguna di Goro,
racchiusa tra il Po di Goro e di Volano, una minaccia silenziosa e
imponente si insinua tra le reti dei pescatori, trasformando la loro
tranquilla esistenza in una lotta disperata per la sopravvivenza.
I granchi blu rappresentano una forza
devastante che mette a repentaglio le attività dei pescatori
locali.
Con le loro poderose chele e la
loro insaziabile fame, si sono dimostrati un flagello per le comunità
di pescatori, distruggendo gli allevamenti di molluschi e mandando in
crisi le economie locali.
Le reti che una volta erano piene di
prelibati molluschi ora sono invece popolate da questi voraci
invasori, portando disperazione e incertezza tra coloro che dipendono
dalle ricchezze della
laguna e del mare per il loro
sostentamento. In questa situazione oscura e minacciosa, si delinea
il quadro di una battaglia impari tra
l’uomo e la natura, con le attività dei pescatori sospese in un
limbo di incertezza e le speranze di
una risoluzione che si affievoliscono giorno dopo giorno. Alessandro
Mantovan, pescatore locale, si trova ora nel vortice di questa crisi,
rischiando il fallimento della propria attività mentre cerca
disperatamente di affrontare la temibile minaccia dei granchi blu.
Quando
ha realizzato che la presenza
dei granchi blu avrebbe potuto portare alla chiusura della sua
azienda?
“I granchi blu stanno condannando
anche la mia attività e me ne sono reso conto quando ho iniziato a
trovare i gusci rotti nelle mie reti. Di giorno in giorno, la
quantità di questi scarti aumentava in modo esponenziale, segno
inequivocabile che i granchi stavano divorando il mio raccolto.
Nonostante disponessi di attrezzature specializzate, con cui
raccoglievo enormi quantità di granchi
blu, una cinquantina di chili
giornalieri, mi sono reso conto che la loro invasione avrebbe avuto
la
meglio. La situazione si faceva sempre
più critica, con chi possedeva licenze per la pesca che raccoglieva
quantità sproporzionate."
Cosa pensa accadrà alla sua attività?
“Personalmente, sto vivendo il
processo di chiusura di quanto fatto fino ad ora come un profondo
senso di fallimento. Ho capito che era impossibile combattere contro
la forza implacabile della natura, rappresentata dai granchi blu.
Questi esseri alieni si sono dimostrati estremamente aggressivi,
divorando ogni cosa sul loro cammino e mettendo a rischio la
sopravvivenza di numerose specie, tra cui le preziose cozze.
Nonostante i miei sforzi disperati nel tentativo di raccoglierne il
maggior numero possibile, ho dovuto fare i conti con la loro
inarrestabile avanzata. Mi sento inerme di fronte a questa minaccia,
privo di soluzioni efficaci. Un tempo ho provato persino a mettere i
granchi in un sacco, con la vana speranza di utilizzarli per il mio
sostentamento, ma ho assistito impotente mentre si aggredivano a
vicenda, dimostrando la loro natura distruttiva. Le mie emozioni
oscillano tra la disperazione e la speranza, con la preghiera che un
giorno il numero di questi invasori possa diminuire. Tuttavia, al momento, non vedo alcuna via d’uscita da questa situazione, e mi
trovo ad affrontare il futuro con una profonda incertezza.”
Quali
sono state le reazioni della comunità locale e dei suoi colleghi
alla notizia della chiusura della sua azienda?
“Non ho ancora
comunicato ufficialmente la mia rinuncia alla lotta contro i granchi
blu ai miei colleghi. La delusione per il fallimento e la
frustrazione per l’impossibilità di contrastare questa minaccia mi
hanno trattenuto dall’aprire il dialogo con gli altri membri della
cooperativa, siamo un centinaio, temendo il giudizio e la delusione.
Tuttavia, sono convinto che molti di loro condividerebbero la mia
scelta di sospendere temporaneamente l’attività, data
l’impossibilità di fronteggiare efficacemente i granchi blu. Allo
stesso tempo, sono consapevole che altri potrebbero vedere la mia
decisione come un atto di debolezza o mancanza di determinazione.
Attualmente, sto riflettendo sulla situazione e ho deciso di
attendere l’estate per valutare se nel frattempo emergono nuove
soluzioni o strategie per affrontare questa crisi. Solo allora
deciderò il mio prossimo passo, sperando che possa portare un
barlume di speranza per il futuro della nostra comunità di
pescatori.”
In che attività è attualmente coinvolto?
“Attualmente, mi trovo in una fase di stand by della mia attività
di pesca, avendo colto l’opportunità di lavorare in una fabbrica.
Nel frattempo, sto cercando soluzioni alternative per affrontare la
sfida dei granchi blu, che stanno minacciando l’attività. Ho
notato che lasciando fermo l’impianto delle vongole, che vivono
sotto terra, i granchi sono meno inclini a mangiare quelle più in
superficie. Utilizzo una griglia per selezionare le vongole, con le
più grandi destinate alla vendita e le altre ributtate in acqua.
Questo approccio sembra aver ridotto il consumo di vongole da parte
dei granchi. La situazione è complessa, la laguna di Goro soffre di
scarsa ossigenazione, questo significa che si creano ristagni di
acqua con proliferazione di alghe. Non so se siano peggio i granchi
blu o le alghe che potrebbero creare ipossia, mancanza di ossigeno,
per le vongole.
Dei colleghi per disperazione stanno
facendo dei tentativi ma si rischia di provare all’infinito. Altri
hanno avuto l’idea di mettere delle reti sopra per proteggere il
raccolto. Inoltre bisogna comprare una semina che ha dei costi troppo
alti.”
Ha
intrattenuto rapporti con le istituzioni al fine di
ottenere supporto o trovare soluzioni alternative alla crisi che ha
colpito il suo lavoro a causa dell’invasione dei granchi blu?
“Ho
preso parte a riunioni e assemblee regionali, alle quali erano
intervenuti politici Veneti e della Emilia Romagna. Noi pescatori
volevamo portare avanti una protesta contro il Governo. La nostra
richiesta era chiara: volevamo la dichiarazione di calamità
naturale, che ci avrebbe garantito l’accesso ai contributi INPS. La
domanda era semplice: se la gente non ha un reddito, come può pagare
le tasse? Purtroppo la risposta delle istituzioni è stata deludente.
Gli unici aiuti concessi sono stati per lo smaltimento dei granchi.
Ma il mercato è saturo, con i granchi che ora si trovano a prezzi
irrisori, tra i 30 e i 40 centesimi al chilo. Persino coloro che
cercano di raccoglierli faticano a coprire i costi del carburante.
Molti pescatori hanno abbandonato le loro nasse e hanno deciso di non
pescare, a dimostrare che questa pratica è poco sostenibile. Anche
le autorità hanno offerto scarso supporto, concedendo solo una
modesta percentuale per lo smaltimento dei granchi, destinati
all’inceneritore. Questo non è stato di grande aiuto. È un
peccato, perché si tratta di un prodotto di qualità, e sarebbe
opportuno seguire l’esempio degli Stati Uniti, dove il granchio
viene trasformato in polpa. Ci vogliono circa dieci chili di granchi
per tirare fuori un chilo di polpa. Qui da noi non ci sono i mezzi e,
purtroppo, si preferisce buttarli al macero. Una situazione davvero
deplorevole per un settore che potrebbe offrire tanto, se solo
ricevesse il sostegno necessario.”
Quali
sono state le sfide più
grandi che ha affrontato nel tentativo di mantenere in piedi
l’azienda nonostante la presenza dei granchi blu?
“La sfida più
ardua è stata quella di cercare di pescare i granchi blu, ma si è
rivelata una vera maledizione. Non c’era alternativa se non mettere
in stand by l’attività o chiuderla del tutto. Le femmine dei
granchi depongono le uova in mare aperto due volte all’anno, ognuna
di loro produce fino a due milioni di uova. Questa scelta è dettata
dalla necessità di proteggere le uova dai predatori, come i granchi
maschi presenti in laguna. In questo contesto, è difficile prevedere
se riusciremo a trovare una soluzione per superare questa crisi senza
precedenti.” Cosa consiglia ad altri imprenditori che potrebbero
trovarsi nella sua stessa situazione a causa di fattori ambientali o
naturali?
“Onestamente, non posso dare alcun consiglio. La realtà
è che ci troviamo tutti nella stessa barca. Non ci sono alternative
o soluzioni facili di fronte a una crisi così grande e imponente
come questa causata da fattori ambientali o naturali.
È una sfida
collettiva che richiede un impegno collettivo per trovare una via
d’uscita.”
Guardando
indietro, quali sono i principali rimpianti
o le cose che avrebbe gestito diversamente?
“Non posso fare a meno
di rammaricarmi per non aver affrontato la situazione dei granchi blu
in modo più tempestivo e proattivo. È stato tutto così improvviso
e inaspettato, scatenato dall’alluvione in Romagna che ha portato
allo sversamento di acque che, forse a causa delle correnti, hanno
trasportato i granchi blu tra la Romagna e il Veneto, invadendo le
nostre acque. Non è stato un processo graduale, ma un colpo
improvviso. Da un giorno all’altro, ci siamo resi conto che il
nostro raccolto di vongole era minacciato, con un numero sempre
maggiore di gusci vuoti anziché vongole da vendere. È stato
devastante vedere che, per ogni 40 chilogrammi di vongole raccolte,
ovvero due ceste, ne restavano solo cinque o sei, mentre il resto era
stato divorato dai granchi blu. Mi sentivo disperato di fronte a
questa realtà. Ora sto cercando di intraprendere una nuova strada
per affrontare questa sfida, sperando di trovare soluzioni
alternative per proteggere la mia attività e il mio reddito.”
Hai
intenzione di rimanere nel settore o di esplorare nuove opportunità?
“Al momento, il futuro appare incerto. Abbiamo osservato che
durante l’inverno, i granchi blu sembrano essere meno attivi e più
letargici, temendo il freddo. Durante l’estate, al contrario,
diventano più aggressivi e veloci, rendendoli difficili da
catturare. Abbiamo dovuto adattarci, dotandoci di pinze lunghe per
evitare il rischio di ferimenti mentre li raccogliamo. Considerando
queste dinamiche, la mia intenzione è di mantenere l’impianto
delle vongole fermo durante i mesi estivi, per evitare che vengano
mangiate, e di focalizzarmi sulla nuova attività intrapresa.
L’obiettivo è di valutare attentamente la situazione e, se vedo
che i granchi blu si calmano in autunno, vorrei tornare alla raccolta
delle vongole in quel periodo. Tuttavia, al momento, è necessario
adattarsi alle circostanze e trovare modi innovativi per affrontare
questa sfida senza precedenti.”